Lasciando questi ragazzi

Takashi Paolo Nagai in “Lasciando questi ragazzi” raccoglie brevi testi che l’autore scrive ai figli perché possa accompagnarli attraverso la vita.

Nagai si ammala di leucemia per le radiazioni assorbite come medico radiologo. Nel Marzo 1948 prende dimora nel Nyokodo una piccola capanna di solo quattro metri quadrati costruita nella landa atomica di Urakami, l’aria di Nagasaki annientata dall’esplosione nucleare che lo privò di ogni avere e soprattutto della moglie Midori; rimase solo con i figli Makoto e Kayano.

L’atomica causò la morte di un popolo e l’inizio di una nuova vita per Nagai dedicata alla ricerca della verità.

Era da un mese nel Nyokodo quando termina la stesura del libro “Lasciando questi ragazzi”. Si tratta di una raccolta di brevi racconti che Nagai scrive per i figli sapendo che entro poco tempo li lascerà.

Ciò che traspare dal libro è la preoccupazione dell’autore non solo per il destino dei figli ma per tutti gli orfani di Nagasaki così che l’amore verso i propri figli si estende a tutti i bambini.

Ciò che si evince dalla lettura e che le riflessioni di Nagai nascono sempre da fatti reali a cui assiste o di cui viene a conoscenza durante il tempo trascorso nel Nyokodo; tutto deve passare attraverso il filo dell’esperienza.

Ogni suo giudizio non è frutto del proprio pensiero, di una riflessione astratta, ma si basa sulla consapevolezza del confronto con la realtà che pone domande che esigono risposte.

La ricerca della verità eterna, quindi il percorso di ascesi alla ricerca di Dio è ciò che Nagai vuole comunicare ai figli lasciando loro una guida un “duro lavoro”, che porta ad accettare la vita con le sue pene e le sue gioie vivendo quell’esperienza fino in fondo alla ricerca di quella verità che dona pace e gioia.

Nagai chiede ai figli di affrontare la loro vita da orfani senza esitare, senza eludere il dolore, attraverso Cristo che nel quotidiano offre risposte ad esigenze che nascono dal cuore.

La figlia Kayano, figlia di Nagai, ricorda il padre a colloquio con sconosciuti ai quali infondeva gioia tanto da definire il padre con un solo aggettivo: gioioso.

Questa è la testimonianza che Takashi e Midori offrono a tutti la fede e la volontà di un popolo distrutto dalla guerra e sopraffatto dalla morte per riuscire a ricominciare a vivere.

Condividi:

Related posts